francesca sbano

Paola – Sbano: «Male chi, del gruppo, ha fatto promesse assurde»

A seguito della sintetica ricostruzione delle ragioni che ne hanno indotto le dimissioni (inserita tra parentesi in un articolo comparso ieri), l’ex assessore al bilancio del Comune di Paola, dott.ssa Francesca Sbano, ha inteso intervenire per chiarire, ed ampliare, il riferimento al mancato feedback con la base del movimento per cui era stata nominata nella giunta a supporto di Giovanni Politano, il sindaco de “la nuova era” che da ieri non può più contare sul sostegno di Graziano Di Natale, leader e ispiratore del gruppo “la migliore Calabria”, di cui proprio Francesca Sbano è stata, fino a pochissimo tempo fa, una delle referenti amministrative più autorevoli.

Nella nota, l’ex delegata alle finanze comunali, spiega che «qualcuno del gruppo (la migliore Calabria, ndr)», che «ha fatto anche parte della passata amministrazione (Barbara Sciammarella? Graziano Di Natale?, ndr)», e che in campagna elettorale ha promesso di abbassare le tasse, «male ha fatto».

Una reprimenda durissima, un atto d’accusa senza precedenti nei confronti di coloro che, consapevoli dello stato di salute delle casse comunali, hanno assunto impegni (quasi “per conto terzi”) e promesso eventualità, non assolutamente concretizzabili, in virtù dei quali avrebbero addirittura formulato richieste che, una manager pubblica, non avrebbe assolutamente potuto assecondare.

Di seguito il testo integrale della nota fatta pervenire stamane in redazione, dalla quale si evince che l’ipotesi “dissesto”, per il comune di Paola è tutt’altro che tramontata:

«Vorrei precisare che la terminologia usata, e cioè che mi sarei dimessa perché consumata da dissidi con la base del gruppo di cui facevo parte, non è del tutto corretta.

Peraltro ottimi sono i rapporti personali che mi legano ad alcuni amici e che hanno ben compreso determinate decisioni.

La mia azione amministrativa per quanto a qualcuno non piaciuta,  però è stata imposta dalla situazione critica che ho trovato.

Semmai se la base avesse avuto malumori rispetto all’azione amministrativa, avrebbe potuto ottenere soddisfazione dal voto dei consiglieri di rappresentanza, che mai hanno assunto una posizione diversa da quella della maggioranza, tanto è che ogni votazione è stata adottata all’unanimità dalla maggioranza, nessuno escluso.

A nessuno è stato imposto da parte della maggioranza di votare in un certo modo.

Ogni decisione è stata adottata a seguito di analisi serie effettuate sulla base della documentazione prodotta dagli uffici, che non ha lasciato spazio ad alternative.

Questo è quello che ho sempre detto nei direttivi (e cioè che non si può fare il politico con una delega al bilancio quando sono i numeri a dettare le regole e pochi margini ci sono per scelte discrezionali).

Il problema, invece, se qualcuno ha male interpretato determinate decisioni, dovrebbe essere ricondotto alla corretta manifestazione della realtà.

Mi spiego.

Se in campagna elettorale qualcuno del gruppo e non io, che non ho avuto esperienza attiva nell’amministrazione passata e quindi non potevo conoscere la reale situazione dei fatti, ha promesso di abbassare le tasse, male ha fatto.

Se poi altri hanno dato credito a queste promesse, non è un problema mio.

Ma la coscienza critica di ognuno di noi, con un ente prossimo a dichiarare un riequilibrio di Bilancio come suggerito dai revisori dei conti, e con il rischio serio di essere già vicini al dirupo di un altro dissesto, farà riflettere e rivedere le cose con un altro senso, anche a chi è stato indotto ad interpretare le cose in maniera distorta.

Nella vita non mi hanno consumato cose ben più serie figuriamoci le ipotetiche visioni difformi su un’azione amministrativa dovuta alla necessità di correggere anche storture del recente passato.

Ci tengo anche ad aggiungere una cosa.

Quando si fa parte di un gruppo (ma ricordo che la lista era civica e di conseguenza idonea ad ottenere il consenso non solo di chi fa parte del gruppo) è giusto promuovere la linea del gruppo, purché le decisioni siano condivise ma non aprioristicamente bensì sulla base della realtà.

Io per come ho trovato il Comune non ho avuto margini, né per rinviare (come fatto in passato: tanto poi il peso graverà su chi viene dopo….) la trasmissione di ruoli che avrebbero esposto a rischi di danni erariale, né per fare altro.

Se poi la necessità di dare normalità ad un gestione (si veda anche l’attività intrapresa con la dott.ssa Apicella finalizzata a correggere un’anomalia che gravava sul contenzioso e sulle casse dell’ente, dovuta alla mancata costituzione  del Comune o di Equitalia in giudizi per la riscossione dei tributi) è stata mal digerita da qualcuno, poco mi riguarda.

Se il tentativo di verificare lo stato dei conti, ha dato fastidio a qualcuno che ha fatto anche parte della passata amministrazione. Poco mi riguarda.

In questo Paese, non può essere sempre e solo colpa degli altri, ma soprattutto, fermo restando le giuste misure verso le categorie più deboli, si deve avere anche rispetto di chi cittadino per bene ha sempre pagato le tasse per se e per gli altri.

Le dimissioni sono state conseguenti anche alla fuoriuscita dei consiglieri Minervino e Città, con cui abbiamo condiviso la necessità di un percorso di effettiva libertà di pensiero rispetto all’assunzione di scelte dettate dalla concreta realtà, e non dalla ricerca di consenso.

Ho colto con piacere la richiesta dei consiglieri Minervino e Città che mi vorrebbero nuovamente nell’amministrazione fornendomi il loro supporto, ma altre ragioni, in questo momento, non mi consentono di dare il giusto contributo per come necessario a fronte del percorso che il Comune dovrà affrontare.

Ringrazio anche il consigliere Signorelli per le parole dette in consiglio comunale e per il sostegno oltre che per la fiducia dimostratami.  Più volte Andrea ha dimostrato, offrendomi la sua collaborazione in qualità di Presidente della commissione Bilancio, che per il bene del Paese alcuni steccati vanno abbattuti e che necessita recuperare il senso concreto delle cose, stessa cosa che penso io».

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