Sebbene sia stata strombazzata ai quattro venti come “la nuova era”, l’amministrazione guidata da Giovanni Politano – sindaco di Paola dall’estate 2022 – sta continuando a contraddistinguersi per il ricorso a vecchi stratagemmi che, per la rapidità con cui stanno susseguendosi in un lasso temporale molto ridotto, la città del Santo non aveva mai registrato.
Sebbene frutto di iniziative personali, gli abbandoni delle deleghe assessorili sono già arrivati a tre (su un totale di cinque elementi, escluso il primo cittadino), e tutti provenienti da quelle fasce di “quote rosa” che gli attuali amministratori avevano portato come valore aggiunto della loro missione di governo.
Nella fattispecie, oggi è capitato che a lasciare il posto nell’esecutivo, sia stata Stefania Mirafiori, che sino a stamane ha detenuto deleghe per ciò che concerne Pubblica Istruzione, Educazione ambientale, Agenda O.N.U. 2030 e comunità sostenibili, Rapporti con il Santuario e Grandi Eventi, Rapporti con i quartieri e Associazioni e infine Forestazione.
Dopo Francesca Sbano e Barbara Sciammarella (non ancora sostituita da mesi), con l’addio della Mirafiori si apre uno scenario da “rimpasto totale”, molto simile ad un “azzeramento” (gli unici superstiti della prima ora sono Maria Pia Serranò e Antonio Logatto), figlio degli spasmi che attraversano i gruppi consiliari della maggioranza, sempre più balcanizzati e propensi a tirare ciascuno acqua al suo mulino.
Nominata assessore dopo essere stata eletta consigliere, Stefania Mirafiori è stata tra le migliori performer del risultato elettorale raggiunto dalla lista del sindaco Politano, portatrice di una quantità di voti fondamentale per arrivare al ballottaggio. Il suo abbandono, benché figlio di una decisione maturata in autonomia, rappresenta senz’altro una perdita secca in termini di consenso e rappresentatività di coloro che avevano creduto nelle promesse di rinnovamento annunciate in campagna elettorale, un dato col quale il primo cittadino dovrà senz’altro fare i conti, spiegando le ragioni di un’emorragia che – agli occhi dei paolani – non ha una giustificazione.
«Con grande rammarico e con la consapevolezza di agevolare il percorso dell’attività amministrativa – ha scritto la Mirafiori nella lettera di dimissioni protocollata qualche minuto fa – comunico le mie dimissioni dall’incarico di Assessore del Comune di Paola, per ragioni personali e professionali che rendono non più possibile il mio impegno all’interno dell’Amministrazione comunale. Dal primo istante ho sempre cercato di svolgere al meglio il compito assegnatomi, dedicando a tale importante incarico larga parte del mio tempo, con passione e dedizione».
Ed ancora: «È doveroso in questa circostanza evidenziare il grande lavoro svolto proprio dagli uffici, che hanno sempre supportato il mio operato quotidiano con professionalità, forte condivisione e collaborazione, nell’esclusivo interesse della città e dei cittadini. Proprio ai cittadini va il mio ringraziamento più grande, per la fiducia e la vicinanza concessami sin dal momento in cui ho deciso di candidarmi».
Un’espressione, quella conclusiva, che rende l’idea dell’impegno profuso, dell’onestà nel “metterci la faccia”, cui ora s’attende di vedere – specularmente – quella di coloro che dovranno agire di conseguenza. La speranza è che non si vadano a pescare figure sconosciute ai più, tecnici del cui impegno politico poco si conosce e, soprattutto, personalità che poco hanno a che fare con l’appartenenza alla Città del Santo.