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Paola – “Le mani sulla Città” (di Cosmo De Matteis)

Le mani sulla Città

Questo era il titolo di un famoso film degli anni Sessanta. Anche se a periodi alterni, Paola vive questo stato di cose. Anni fa, le famiglie si schieravano sotto l’insegna di questo o quel partito; alcune, in modo più o meno palese, cercavano di favorire la propria parte politica, ed altre anche il proprio interesse, ma senza trascendere i propri doveri istituzionali. Oggi i partiti sono quasi spariti, e si fa politica spesso per fini personali o di gruppo. Esiste chi ormai cambia partito come si cambia la camicia ogni giorno. Certo, il compenso di un amministratore oggi spesso è superiore al proprio stipendio, e questo attira molti. Le famose frasi “sarò il presidente di tutti” o “sarò il sindaco di tutti” sono diventate slogan senza significato.

Il Declino dei Servizi Pubblici a Paola

I tanti turisti, ex cittadini paolani, hanno trovato una città che, oltre agli atavici disservizi, è peggiorata negli anni: si è passati dagli sporadici episodi di carenza idrica alla totale mancanza di acqua per quasi tutto il giorno. I rifiuti sono abbandonati, e alcune strade, in particolare le secondarie, sono preda di arbusti. Il caos totale della circolazione è evidente, e purtroppo i pochissimi uomini della polizia urbana non possono coprire neanche la piazza principale. Coloro che hanno dovuto ricorrere al pronto soccorso hanno vissuto momenti drammatici, con personale assolutamente insufficiente e persone in barella per due giorni, in attesa di un possibile posto letto. Chi aveva le possibilità economiche è stato costretto a rivolgersi ai privati, un problema che ormai riguarda tutta la Calabria.

L’Allarme Politico e Sociale: Un’Esclusione Inaccettabile

In tutto ciò, si respira in città un clima politico pesante, mentre i cittadini sono costretti a dilazionare il pagamento delle imposte comunali. Ascoltiamo proclami e c’è la concreta possibilità del dissesto. In questo contesto, casualmente, ho letto uno strano comunicato politico che mi ha provocato un senso crescente di stupore, incredulità, e non nascondo un certo timore. Non parlo della vicenda in sé, che appare come l’ennesima sceneggiata o piuttosto come una balordaggine da adolescenti. Esiste, purtroppo, un fatto ben preciso: l’amministrazione afferma pubblicamente e senza veli che solo chi appartiene allo stesso colore politico—quale sia quello attuale non so—abbia diritto a ricevere fondi per scopi sociali od eventi, sia a livello comunale che regionale. Questo è un fatto di una gravità inaudita, soprattutto alla luce della consapevolezza che il ddl Calderoli, se non lo bocciamo col referendum, attribuirà alle regioni totale autonomia nella gestione dei fondi. Questo significherà che, secondo il colore politico, un comune, un’associazione, un ente potrà ricevere i sostegni per eventi, sanità, scuola, ecc., mentre altri nulla. Possibile che si possa ragionare in tal senso? Ricordo che nel recente passato, per l’ambulatorio per immigrati, abbiamo avuto sostegno da amministrazioni locali e regionali di ogni colore politico. Spero che questo mio pensiero possa contribuire a svelenire questo clima di… mettete voi l’aggettivo.

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