nuova era politano

Paola – Parola d’ordine: «entusiasmo» (felici di essere “governati”)

Generalmente attesa in autunno, la fase “calda” della politica a Paola si è presentata in anticipo.

Fregandosene delle temperature – già di per sé roventi – del periodo, i principali attori della scena rappresentativa locale sono attualmente disposti secondo uno schema che presuppone lo scontro tra l’amministrazione comunale da un lato, e parti della minoranza consiliare dall’altro.

Facendo proprie le istanze già espresse dal gruppo più rappresentativo della maggioranza, vale a dire “Grande Paola”, che oltre ai consiglieri Focetola, Mannarino e Vigilante, detiene due seggi importanti in giunta, con la vicesindaco Maria Pia Serranò e l’assessore Massimo Focetola, l’amministrazione nel suo complesso (pertanto comprensiva del sindaco Giovanni Politano e degli assessori Antonio Logatto e Sandra Grossi) è scesa sul piede di guerra per stigmatizzare e mettere all’indice due persone specifiche, una nominata direttamente – come in un macabro revival delle liste di proscrizione – l’altra taciuta nella sua veste anagrafica, ma esplicitata nell’espressione «il piano di riequilibrio è stato un fallimento», chiaro riferimento all’opera dell’assessore al bilancio che di recente ha rimesso le sue deleghe nelle mani del primo cittadino.

Politano contro Pasquale Filella, chi lo avrebbe mai detto fino a qualche tempo fa? Eppure è anche il sindaco a vergare il testo che inchioda l’ex delegato al bilancio ad una considerazione piuttosto misera del suo lavoro di tecnico. Cosa sia accaduto, al di fuori di quanto già reso palese in occasione delle dimissioni presentate nel corso dell’ultimo consiglio comunale, non è dato saperlo, ma vedere Politano “frustare” in questo modo l’amico invocato come panacea dei mali economici dell’ente, fa davvero effetto.

L’altro obiettivo palese della reprimenda redatta e diffusa a nome di Giovanni Politano, Maria Pia Serranò, Sandra Grossi, Antonio Logatto e Massimo Focetola, da ritenersi supportati dai rispettivi gruppi consiliari (a parte Logatto, la cui esponente nell’aula Lo Giudice, Sandra Serpa, ha preso pubblicamente le distanze dalla nota), l’ex candidato a sindaco Andrea Signorelli, oggi capogruppo di minoranza con Rete dei Beni Comuni, contro il quale sono stati usati argomenti che presuppongono un dossieraggio preliminare, una raccolta di informazioni finalizzata alla denigrazione in caso di necessità. Dover prendere atto che un’intera amministrazione comunale stia preoccupandosi di delegittimare un consigliere nella sua integrità, piuttosto che rispondere alle sue contestazioni, riporta alla mente nozioni che i più avranno imparato sui libri di storia, perché i testimoni oculari di ciò che furono i regimi del secolo scorso, ormai sono pochi e ultracentenari.

Aver catalizzato l’attenzione su due singole persone, per far ruotar loro intorno un ragionamento secondo il quale l’accettazione acritica di ciò ha da ancora venire (ma che però sta già “pagando” tecnici e consulenti) è l’unico atteggiamento per fare “il bene della città” e non scontentare i commercianti (come se Paola fosse abitata solo da loro, che generalmente stanno in case da ceto medio-alto e in molti casi meriterebbero una visita approfondita delle Fiamme Gialle) , è un atteggiamento che poco si sposa con le regole della democrazia.

Sotto la maschera della nuova era a quanto pare si cela una vecchia cera, che probabilmente solo la moda da dissuadendo dall’indossare la camicia consona alla propria missione, improntata sul purgare gli avversari scomodi con colate di offese oleate e randellate verbali inferte allo scopo di zittirli.

Con tono autoritario e perentorio, la squadra in carica al governo della città, ha rivendicato a mezzo stampa i propri obiettivi, proponendo un elenco di buone intenzioni per la realizzazione del quale ha richiesto l’incitamento dell’intera cittadinanza, al grido di «Viva Paola, viva il cambiamento che possiamo costruire insieme!».

Ora che la maggioranza della “nuova era” ha perduto certamente il consigliere Marco Minervino (dopo Renato Vilardi, guarda caso due “migliori calabresi” fatti a stampo dall’ex consigliere regionale Graziano Di Natale, da entrambi ripudiato), con la consigliera Sandra Serpa fortemente in bilico e dissociata dalla nota “a valanga” dell’amministrazione, col secondo assessore al bilancio saltato come un birillo, con la segretaria comunale “dimissionata” e sostituita, coi lavori pubblici fermi al palo ma pronti a riprendere sulla spinta “entusiasta” della cittadinanza (dal cui umore dovrebbe dipendere anche l’operazione “evitare il dissesto” stante ciò che scrive l’esecutivo nella sua nota), la vera faccia dell’amministrazione Politano è venuta a galla, ed è un volto che la città ha già conosciuto nel secolo scorso, quando la storia d’Italia prese una piega che necessitò dell’intervento alleato per essere raddrizzata.

Nel frattempo si confida nell’entusiasmo della cittadinanza che sta per uscire dall’estate assetata, depressa e frastornata di tanti disservizi, perché – a quanto pare – solo con l’euforia dei residenti si potrà evitare il dissesto. Una teoria che sarebbe bello vedere poi alla prova dei fatti, ed è per questo che si chiede a tutti i paolani di manifestare costantemente la propria gioia di vivere a Paola, chissà mai funzioni ad evitare il peggio (che comunque, contabilmente inteso, è prossimo ad abbattersi sulla collettività).

Buon entusiasmo a tutti.

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