Hello… when? Un saluto dal 31 Ottobre paolano

Alla fine è risultata essere una manifestazione “pacifica”. L’uso di questo aggettivo è inconsueto per eventi come quello che ha avuto sede a Paola lo scorso 31 ottobre, eppure è necessario a dare un’idea di quanto sia stato caricato d’attesa. Un’attesa bilaterale che ha visto confrontarsi due opposte modalità d’interpretazione della realtà. Da un lato, disposti lungo la schiera dei tradizionalisti, coloro i quali interpretavano Halloween come la celebrazione di un rito antitetico ai principi cattolici; dall’altro, in ordine sparso ma ligio allo spirito del tempo, gli intercontinentali a cui Halloween piace perché aggrega positivamente le persone.
Questa separazione è emersa durante un periodo di polemica sorto in merito ad una falce (prima d’ogni altra cosa simbolo del “contadino” che lavora la terra) posta (allegoricamente in una versione del manifesto pubblicitario realizzato per l’evento) tra le mani della statua di San Francesco che si erge sull’omonimo Arco che divide le piazze “IV Novembre” e “Del Popolo” a Paola.
Una separazione degenerativa che ha rischiato di culminare in una contrapposizione fisica.
Ambo le parti si sono levate a difesa della propria interpretazione, generando un turbinio di informazioni e controinformazioni oscillanti tra offese e minacce.
Da un lato le scomuniche sono culminate nell’accusa di “istigazione alla mafia” (pare che insegnare ai bambini la procedura relativa a “dolcetto o scherzetto?” sia un comportamento complementare a quello dei boss che insegnano a chiedere il “pizzo”), dall’altro s’è assistito all’istituzione di una categoria esecrabile, quella dei “cattobigotti” che sarebbero rei di non avere un buon rapporto con la fede.
Alla fine sembrava quasi che si dovesse assistere alla manifestazione di un gruppo richiedenti diritti, contrapposta allo sdegno di una comunità mal disposta a discutere i propri “valori”.
Come può, Halloween, essere assunta come una manifestazione di “protesta”? Perché Halloween, a Paola, è diventata anche questo?
La risposta è nell’analisi del tasso di tolleranza riservato agli accadimenti in Città, un livello che a 360° risulta essere molto basso e che indica un diffuso malcontento permanente.
Perché poi al contadino venga sempre e soltanto associata la zappa, questo è un mistero.

 

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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