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Il Tribunale di Paola archivia l’inchiesta sull’assunzione di Fabio Pavone

Il Tribunale di Paola ha deciso di archiviare l’inchiesta scaturita dalla denuncia che quattro consiglieri comunali, all’epoca rappresentanti della minoranza nell’aula “Lo Giudice” presieduta da Emira Ciodaro, avevano inoltrato presso il Commissariato di Polizia di Paola.

I fatti risalgono a quando l’Amministrazione guidata dall’ex sindaco Basilio Ferrari, ha avallato l’assunzione, a tempo indeterminato, degli ingegneri Ulisse Smeriglio e Fabio Pavone, con quest’ultimo collocato al vertice dell’Ufficio Tecnico Comunale (Utc) oggigiorno diretto dal collega Fabio Iaccino.

Come si ricorderà, attorno alla procedura che ha portato i due tecnici a diventare effettivamente “dipendenti pubblici”, ruotavano una serie di anomalie (basti pensare alla rettifica su taluni criteri da prendere in considerazione) e forzature che, i rappresentanti della minoranza consiliare, avrebbero voluto conoscere prendendo visione direttamente dalle carte. Perché agli occhi dell’opposizione, il firmatario degli atti che hanno ratificato l’innesto dei due ingegneri nella pianta organica dell’ente, non avrebbe avuto le credenziali idonee a certificare quell’ultimo passaggio. A rafforzare questo convincimento, il dato secondo cui le uniche personalità abilitate ad operare nel verso dell’assunzione, vale a dire l’allora segretario Nicola Falcone e il caposettore Gianfranco Scerra, non si erano dimostrate disposte a perseguire la via indicata da Basilio Ferrari, generando le condizioni per un rivolgimento “esterno” all’ente che trovò, nel dottor Mauro Perfetti, la soddisfazione ricercata.

Fu infatti un firmatario giunto “da fuori” ad istituire l’ingresso nel Sant’Agostino di Fabio Pavone e Ulisse Smeriglio, due tecnici di cui attualmente solo il primo è ancora operativo a Paola (dopo una breve parentesi romana).

Datosi il rifiuto ricevuto all’atto di richiesta degli incartamenti su cui era descritto, nero su bianco, l’intero procedimento assuntivo adoperato dai ferrariani, i consiglieri Francesco Aloia, Graziano Di Natale, Giovanni Politano e Francesco Sorace (oggigiorno tutti seduti ai banchi della maggioranza con Roberto Perrotta sindaco) hanno deciso di rivolgersi alle autorità, facendo partire un’inchiesta che – come già detto in premessa – non ha portato a nulla, se non all’archiviazione.

Un’occorrenza che il Gip del Tribunale di Paola ha soltanto ribadito, perché una richiesta in tal senso era stata già avanzata dalla Procura della Repubblica diretta dal dottor Pierpaolo Bruni, secondo la quale «nel caso in esame non è provata illiceità penale delle condotte né di Perfetti, né di Pavone».

Ovviamente i pronunciamenti della Giustizia non si commentano, tuttavia una domanda permane, anche se è solo un esercizio di logica.

Se fino al 28 Aprile (2017) il dottor Gianfranco Scerra ha continuato a siglare atti in qualità di caposettore del personale, come ha potuto il dottor Perfetti (Mauro), alla data del 13 Aprile 2017, firmarsi come “responsabile”?

Evidentemente per gli organi inquirenti tutto ciò non costituisce illiceità, ma sicuramente genera un po’ di confusione. Tuttavia è opportuno considerare la possibilità che, grazie all’apertura di questa via, molti altri enti potrebbero risolvere i problemi della pianta organica così come è stato fatto a Paola.

Chissà che il “caso paolano” non possa diventare un precedente utile in altre parti d’Italia.  

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