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Paola – Crisi idrica, D’Angelo biasima la réclame di un consigliere regionale

La recente ondata di disagi che ha colpito la Città di Paola sul fronte idrico, ha suscitato una miriade di reazioni, tanto nella cittadinanza, quanto nella politica rappresentativa, con esponenti apicali di partiti, movimenti ed enti pubblici, intervenuti personalmente su social network e giornali, per denunciarne la gravità.

Tra coloro che hanno fomentato le masse, anche consiglieri regionali prossimi ad una ricandidatura, che cavalcando l’onda dello sdegno popolare, giustamente hanno posto la tematica all’attenzione di platee più ampie. Iniziative che, però, non in tutti i casi sono risultate gradite, come ha fatto notare l’ex consigliere comunale Antonio D’Angelo, sempre attento ai vari fenomeni che interessano la collettività.

«I social network sono un utilissimo strumento – ha commentato D’Angelo – perché consentono a chiunque di poter dire la sua, senza filtri o intermediari. Rivolgendosi ad una platea proporzionata al numero di “followers”, ogni utente è consapevole della portata del messaggio trasmesso, che, nei casi di figure istituzionali, raggiunge ampiezze ragguardevoli, solleticando la curiosità e suscitando l’attenzione di migliaia di persone. Pertanto, da chi gestisce profili resi “punti di riferimento” anche per via della carica pubblica ricoperta, è ovvio aspettarsi un comportamento ineccepibile, improntato sui canoni della lealtà e dell’aderenza argomentativa rispetto ai fatti trattati. Perché sarebbe davvero fuorviante se, dalle parti di chi incarna una carica pubblica, tra l’altro maturata dopo decenni di appartenenza a vari organismi rappresentativi ed elettivi, giungessero informazioni incomplete, volte a favorire un clima di sospetto e sfiducia nella popolazione riguardo tematiche di nevralgica importanza, come può essere, ad esempio, la crisi idrica che sta attualmente affrontando la Città di Paola. Siccome su Facebook – ha proseguito l’ex consigliere comunale – mi è capitato di leggere lo strano sfogo di un consigliere regionale che, in merito alla penuria d’acqua sul nostro territorio, ha piagnucolato al vento, scagliandosi contro l’inciviltà di qualcuno (o qualcosa) di non meglio specificata natura, vorrei intervenire per ricordare che a Paola, questo dramma, non lo si vive certo da oggi. Sono anni e anni che la situazione va peggiorando, in un declino che adesso ha forse toccato il suo punto più basso, con intere porzioni della nostra amata Città che sono rimaste prive del bene comune per eccellenza. Ma davvero se n’è accorto solo oggi il consigliere regionale? Oppure non sa più che pesci prendere per farsi considerare e cavalca qualunque argomento pur di tenersi a galla? Vuole far credere a noi tutti che Paola è andata in affanno con l’acqua nel 2021? Se davvero le cose stanno così, allora mi chiedo dov’è stato per tutto il tempo in cui ha incarnato ruoli pubblici, un periodo che senz’altro va oltre agli ultimi 20 anni. Me lo domando perché, se oggi cade dal pero mettendo all’indice presunti incivili non meglio specificati, allora vuol dire che per anni e anni ha fatto la bella addormentata. Se davvero il consigliere volesse intervenire, dovrebbe andare a controllare allacci abusivi e dispersioni nel terreno, piscine “a scrocco” e docce senza fine, mobilitandosi, dall’alto della sua carica, per sollecitare un’azione concreta contro lo spreco di una risorsa a cui molti paolani, nonostante un’emergenza sanitaria di portata mondiale, non possono ancora accedere. Provasse un po’ a mettere in discussione la sudditanza deferenziale che molti amministratori palesano quando si trovano ad avere a che fare con il gestore, rischiasse un po’ del suo potere per propugnare una causa fondata su un diritto collettivo e non di parte, o di propaganda. Mettesse a disposizione i suoi uffici per addivenire ad una soluzione che non sia semplicemente una pezza su un buco. Non è vero – ha concluso D’Angelo – che ci vuole coraggio a dire ciò che si pensa, perché a certa gente basta l’incoscienza e la malafede per sentirsi autorizzati a dire tutto e niente insieme. In attesa di proposte e soluzioni concrete, per il momento è tutto, non facciamoci prendere in giro».

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