30 mila persone in piazza: 4 anni fa il “miracolo” ad Amantea

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manifestazione

Era il 24 ottobre del 2009. Forse per la prima volta in Calabria, per la prima volta ad Amantea, mai come prima, così tante persone – oltre 30 mila –  parteciparono alla manifestazione contro i veleni, organizzata da varie associazioni, cittadini, e dal comitato civico Natale De Grazia in prima persona, che per mesi ne aveva curato organizzazione e sicurezza nei minimi particolari.

Scesero in piazza 30 mila persone incazzate, indignate, per ribellarsi a chi ogni giorno aveva avvelenato le nostre terre, i nostri mari, i nostri fiumi, le nostre scuole, i nostri parchi verdi, senza preoccuparsi delle conseguenze, ovviamente terribili che ciò avrebbe comportato nel corso degli anni avvenire.

Inquinato da rifiuti tossici era il fiume Oliva e la sua vallata; inquinate erano le scuole di Crotone costruite con cemento e rifiuti; inquinata era la zona della Marlane di Praia a Mare; come inquinata era anche l’area al largo di Cetraro in cui il pentito Fonti, ormai deceduto,  aveva dichiarato di aver affondato tre navi contenenti rifiuti altrettanto tossici – cosa confermata dal divieto di pesca diffuso a quei tempi, poco tempo dopo però stranamente ritirato come per magia – e tanti altri posti della Calabria avvelenata, ridotta a discarica dell’Italia, e del mondo.

Era il 24 ottobre 2009. Sul palco preparato ad accogliere il corteo, si susseguirono discorsi di rabbia, di indignazione, di incazzatura. Si urlò al disastro ambientale. 30 mila persone ascoltarono, applaudirono, annuirono, promisero con sicurezza di voler approfondire la cosa, di voler andare avanti nella battaglia col De Grazia, come quel giorno, per guardare finalmente i colpevoli di ogni singola azione così riprovevole, finire dietro le sbarre.

Un anno dopo quel giorno, ci fu un convegno per fare il punto della situazione, per informare la popolazione su ciò che era stato fatto, e su ciò che poteva essere fatto ancora. Presenti il portavoce del De Grazia, Gianfranco Posa, giornalisti e altre personalità. La risposta della popolazione fu deludente: partecipò un numero minimo di persone. Avevano perso fiducia nelle  istituzioni? Forse. E ora quelle 30 mila persone dove sono finite?

Amantea, nonostante sia stato accertato – in seguito alle indagini fortemente volute dalla Procura di Paola, e nello specifico dal Procuratore Giordano – che nel fiume Oliva siano stati interrati rifiuti tossici provenienti oltretutto non dalla Calabria, nonostante sulla testa di Cesare Coccimiglio, imprenditore amanteano, penda l’accusa di disastro ambientale e avvelenamento delle acque – insieme ad altre 4 persone, accusate di aver concesso per questi scopi illeciti, i propri terreni – non capisce la vera gravità della cosa, non si ribella. Perché forse ha dimenticato quel 24 ottobre di 4 anni fa, quando la gente, e Amantea stessa, ebbe come un risveglio, e si rese conto dei veleni, che per colpa non di Chernobyl, e non della natura, stava respirando.

Molti scettici, da allora, si sono ricreduti. Molti passi avanti sono stati fatti grazie al comitato che, nonostante gli anni passati – 9 dalla sua costituzione, periodo in cui si iniziò a parlare di Jolly Rosso e fiume Oliva inquinato – non si ferma, non si stanca. Va avanti nella ricerca della verità, la stessa che cercava il capitano Natale De Grazia durante le indagini sulle navi dei veleni, che causarono la sua inspiegabile e sospetta morte.

Per il De Grazia, come tanti altri, quel giorno è ancora vivo, impresso nella memoria come un vero e proprio “miracolo”, al di sopra delle aspettative e le speranze di tutti. Un miracolo che dovrebbe essere stampato nella memoria di tutti, a significato che anche la Calabria, “l’ultima” d’Italia, può. Lottiamo per la verità, insieme a tutti coloro che ci credono e ci hanno sempre creduto, e facendo cambiare idea – anche se in cuor loro sanno che è così – a chi non ci crede. E quel 24 ottobre, di cui tra qualche decennio i libri di storia parleranno, descrivendolo come un evento mai visto in Calabria, che avrà portato alla condanna dei colpevoli per aver deturpato la nostra terra, non sarà stato vano!

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