Se ad Acri Monsignor Nunnari si balla una tarantella (VIDEO), a Paola non facciamoci del male

Il Beato Angelo ad Acri non è l’unico Patrono. Nella cittadina che si erge sotto le pendici della Sila “Grande” c’è un Copatrono: San Giuseppe. Un Beato ed un Santo; con due elementi così il manifesto di una sola “morte” non si sarebbe fatto. Magari l’estro artistico di un creativo avrebbe colmato questa lacuna, sicuramente ci sarebbe stato qualcuno capace di mummificare un elemento importante col fine di renderlo appetibile alla propaganda. Ma in questo momento, ad Acri, ci sono due Copatroni che fanno la Storia e nemmeno una “morte”.

Del rimescolamento poetico/religioso del concetto di “morte” non è necessario parlare, troppo lungo, sdolcinato e romantico è il tentativo da affrontare, è una parentesi aperta di Yin e di Yang che non trova spazio nel chiuso contesto di un articolo cibernetico. La morte è 360° intorno alla celebratissima “rete”, il rimescolamento poetico/religioso del suo stesso concetto è un’esperienza da vivere. Non se ne può solo “parlare”. La morte non si può immortalare.

Ciò che immortala, che sospende dal perseverante, è la vita. Di questa, si, si può parlare! Perché la si può soltanto “morire”.

Quindi, senza parlare della “morte” che, insensata, troneggia come freccia sull’Arco, possano le parole che seguono essere uno spaccato di “vita”.

L’Arcivescovo Salvatore Nunnari, Presidente Regionale della Conferenza Episcopale Italiana, ad Acri (CS) ieri ha ballato una coinvolgente tarantella.

In barba alle elucubrazioni sulle tradizioni, sull’ecumenismo e sulle più altisonanti categorie della popolarità, il Metropolita della Diocesi di Cosenza-Bisignano si è esibito in una danza “post messa” che ha restituito alla piazza il suo ruolo “temporale”.

La chiesa e la piazza, tradizionalmente “lo spirito” ed “il tempo civile”, ad Acri sono tornate ad interpretare questi ruoli. Ne è risultata una catarsi collettiva. Una partecipazione emozionata che è culminata in una serata nella quale il popolo ha coniugato la sacralità del suo Patrono Angelo, al divertimento di una tradizione (in questo caso della radicatissima “tarantella”).

Perché che siano più o meno recenti, le tradizioni sono un modo per unire il popolo e renderlo consapevole della propria esistenza. Con un “precedente” di riferimento, tutto può diventare utile all’istituzione di una tradizione (vale persino per l’October Fest da svolgersi nella lontanissima – rispetto alla Germania – Calabria)

Per questo, ieri ad Acri (CS), poco ha importato che la bancarella di giocattoli posta di fianco al palco sotto al quale si è esibito Monsignor Nunnari, fosse zeppa di balocchi con impressa sulla confezione  la parola “Halloween”.

Segue il video della performance. Buona Visione.

 

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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