Presepe vivente a Falconara: antichi mestieri e natività in un suggestivo «presepe naturale»

la-nativitHa avuto luogo lo scorso 16 dicembre, per la prima volta a Falconara Albanese, il presepe vivente, che ha attirato visitatori provenienti dai paesi del comprensorio e commenti positivi da parte della popolazione.

In uno scorcio suggestivo, praticamente “un presepe nel presepe”, le vie della piccola comunità arbëreshë, si sono adattate perfettamente per accogliere i bambini delle scuole dell’infanzia e primarie di Torremezzo, e di quelle dell’infanzia, primarie e secondarie di Falconara centro. Un percorso ben definito, all’interno del quale gli alunni hanno mostrato gli antichi mestieri che si svolgevano un tempo, alcuni ormai scomparsi a causa della tecnologia che ha sostituito le mani abili che, fino a pochi decenni fa, si muovevano esperte per dar vita alle più svariate cose. Sarà stato piacevole per gli osservatori sentire il profumo del pane in un panificio, sentire il rumore del legno usato dai falegnami, o il battere del ferro caldo da parte del fabbro. Osservare bambine ricamare, o veder fare la ricotta come un tempo da una bambina piccolissima, piuttosto che veder lavorare la creta a mano, o veder giocare a carte e offrire formaggio e vino in una spaziosa cantina. A molti sarà rimasto impresso un metodo antico di 500 anni per caricare oggetti pesanti o di volume ampio: a differenza del comune portare sulla testa, le donne e gli uomini di Falconara erano gli unici che avevano l’abitudine, non ancora tramontata, di posizionare attraverso una fune, il carico sulle spalle.

Attimi di vita quotidiana del passato riportati al presente, in un paesaggio che ha contribuito notevolmente ad affascinare ancora di più il pubblico che ha partecipato numeroso.

Essendo una comunità albanese, Falconara non ha dimenticato le sue origini: il presepe era infatti in chiave arbëreshë. Ciò dimostrato non solo dalle scritte sia in italiano che albanese sulle insegne delle attività, o dai canti in lingua che echeggiavano per l’intero percorso, ma anche dai bellissimi vestiti, sia femminili che maschili – indossati dai ragazzi delle scuole e dagli stessi docenti che hanno organizzato il presepe – alcuni dei quali originali. Anche l’abbigliamento ha avuto la sua importanza: le giovani donne e uomini che con fierezza li hanno indossati, mostravano l’evoluzione dei costumi dall’800 agli anni ’40. E sempre in costume erano i ragazzi delle scuole medie che, accanto alla chiesa di San Michele Arcangelo, hanno intonato canti di natale sia in italiano che in albanese, accompagnati dal suono di organetti e fisarmoniche.

All’interno del percorso, centurioni a terra e a cavallo facevano da sorveglianti, mentre pastori e pastorelle stavano all’interno di recinti con capre e pecore. Immancabile lo zampognaro, che accompagnava con le sue note una parte del percorso. La natività è stata rappresentata in forma regale: all’interno di una suggestiva grotta ad arco, Maria indossava un costume da sposa preziosissimo laminato in oro, mentre San Giuseppe vestiva i panni di un nobile guerriero albanese. Gesù era invece quasi interamente fasciato, come si usava fare fino a qualche decennio fa, all’interno di una bassa culla, molto usata a Falconara in quanto permetteva alle mamme di dondolarla con i piedi senza dover interrompere le faccende domestiche.

Qualche genitore, al di fuori del percorso, ha gentilmente messo a disposizione le proprie doti culinarie, offrendo ai presenti prodotti tipici falconaresi, alcuni fatti anche al momento come le crespelle con all’interno acciughe, che ben si sono sposati con le tradizioni rappresentate nell’intero percorso del presepe.

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