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La sorte a volte riserva capovolgimenti che spiazzano e, spesso, accade che laddove si “piangeva” (si prendano questi termini come “modi di dire”) ora si ride e, laddove si scherniva, ora si procede con un’azione di “copertura”. Tant’è che se qualche giorno fa, nel secondo episodio dello spaccato “CCEF” dedicato ai Consigli Comunali di Paola, è stato dato conto di una “vittoria” da astensione ottenuta dalla minoranza (nella persona del Consigliere PD Graziano Di Natale, presentatore di una richiesta di inversione dei punti da discutere all’Ordine del Giorno), oggi bisogna registrare una “sconfitta” (almeno sul piano formalmente interpretativo delregolamento del Consiglio Comunale) dello stesso Di Natale, “pizzicato” dal collega di maggioranza Domenico De Rosa riguardo la questione dei giorni di preavviso entro i quali – relativamente a certi argomenti – tutti i Consiglieri Comunali devono essere resi edotti riguardo i temi da trattare.
La questione ruota tutta intorno al termine “ipotesi” che, allo stato attuale, è l’unica materia di discussione con la quale si può argomentare la situazione finanziaria del Comune di Paola. “Ipotesi di… Bilancio” e non “Bilancio”, cosa che fa decadere tutto l’apparato critico che il banco del PD aveva tentato di issare contro la legittimità del Consiglio Comunale svoltosi a Paola ieri pomeriggio.
Un chiarimento schietto quello di De Rosa, condotto con lo stile dello schermidore navigato: più che di affondi si può trattare di “punzecchiature”, forse non letali ma – sicuramente – incalzanti.
«Se Sparta piange, Atene non ride». Forse a questo chiarimento ne subentrerà un altro ma, fino a quando Paola potrà parlare solo attraverso ipotesi, a recitare il ruolo contemporaneo di Spartani e Ateniesi (che piangono e/o non ridono) rimangono soltanto i cittadini.
