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Coronavirus: Minacciato è ogni “cittadino del mondo” (che forse non esiste)

Se c’è una cosa di cui Covid-19 non ha proprio bisogno, è la spinta necessaria a farlo diventare contagioso.

È veloce di suo, non c’è bisogno di spianargli la strada.

Per questo è inaccettabile vedere cosa questo virus è riuscito a mettere in mostra, perché è orribile dover prendere atto della disfatta del “villaggio globale”.

Aggredire i cittadini cinesi, prendersela con chi – per primo – ha dovuto cuocersi sotto la cappa di decisioni assunte dall’alto, non è certamente un atto degno del miglior compaesano. Incolpare un intero popolo, è quantomeno ingeneroso da parte di chi, coi prodotti “Made in China”, ha dato risposta (non si sa per quanto tempo) alle proprie esigenze.

“Un mondo senza confini”, è una credenza molto diffusa.

Quello che sta succedendo al di la delle Alpi, è preoccupante. Dopo i risolini di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy: comprensibili solo a patto di accettare l’imbarazzo “nostrano” in quel determinato periodo; dopo la dissacrazione di Charlie Hebdo: accettata sempre in virtù di quella nuvoletta “fantozziana” che accompagna l’italica essenza (con “megadirettorigalattici” che risparmiano sul cemento delle opere pubbliche); ora arriva la barzelletta del pizzaiolo “untore”, che coi suoi baffoni da Pancho Villa della Piana (stereotipo quantomeno anacronistico rispetto a come sono adesso i nostri connazionali all’estero), sputacchia tossendo sulla pizza appena sfornata.

Il Video dello spot di Canal+

Forse invidiosi per quanto sbandierato nel corso degli anni da Madonna, sembra che i francesi ci tengano tanto a far passare l’idea che gli “Italiani lo fanno peggio”. O forse è il contrappasso per il razzismo manifestato ultimamente da fenomeni tutti nostrani.

La vignetta di Charlie Hebdo dopo la tragedia del ponte Morandi di Genova

 “Un pianeta da preservare”, perché ci è giunto in prestito.

Bisognerebbe ricordarlo quando si pensa alla Siria, quando giungono notizie da svariate parti del mondo dove i bambini muoiono: sotto le bombe, di stenti, di malattie curabili, di freddo; dove le famiglie vengono colpite nelle case, dove si vive o si muore – quanto purtroppo è attuale Primo Levi – “per un si o per un no”. Un mondo dove i “diritti fondamentali” vengono colpiti e affondati, come è accaduto ai gommoni dei profughi incappati nell’altolà dei Greci, non è il mondo di cui ognuno di noi possa sentirsi cittadino.

Perché se i “diritti fondamentali” sono diversi a seconda dell’emisfero o della posizione occupata sulla mappa di un contagio, non esiste alcuna globalizzazione. Se non quella della Paura, che rende ognuno nemico dell’altro.

Che sia stata una “Creazione” o una “Big Bang Theory”, poco importa, attualmente vige la regola della sopravvivenza.

Il Covid-19 ci sta mostrando per come siamo fatti. Tutti.

Al cittadino del mondo vadano le più sentite scuse, per avergli fatto credere di esistere.

Ora, “lasciatemi cantare” (segue “presunto” inno di Toto Cutugno)

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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