Nato con l’obiettivo di favorire lo scambio interculturale, il progetto condotto dall’egiziana MEK (Misr El-Kheir Foundation) rischia di rivelarsi come l’esatto capovolgimento dei suoi stessi propositi.
I FATTI
Atterrati a Lamezia Terme lo scorso 13 Settembre, gli studenti egiziani vincitori della borsa di studio indetta dalla fondazione MEK, sono stati dislocati nelle realtà scolastiche calabresi di Fuscaldo, Palmi, Serra S.Bruno, Cutro e Bocchigliero, per partecipare ad un progetto che gli consentisse di approfondire i loro studi in Italia.
Con grande soddisfazione dei rappresentanti istituzionali dei due Paesi, gli studenti stranieri hanno iniziato a partecipare attivamente ai programmi scolastici italiani, dimostrandosi capaci di interagire con la lingua e – soprattutto – con i propri coetanei.
Il progetto, che ha visto capofila l’ITIS di Fuscaldo, ha subito fisiologiche traversie che ne hanno messo in discussione il compimento ma, considerando come preminente il diritto allo studio dei ragazzi, ogni quisquilia burocratica è stata affrontata con successo grazie alla sinergia nata tra i corpi docenti e quelli studenteschi italiani. Consapevoli della necessità di non perdere una buona occasione per mostrare il valore dell’europeismo a ragazzi reduci da una brutta situazione politica interna all’Egitto, mossi da uno spirito indomito di solidarietà, italiani ed egiziani hanno dato vita ad un piccolo miracolo capace di sopperire finanche alle mancanze istituzionali.
Fino alla data odierna tutto sembrava andare “a gonfie vele” (almeno sul piano “sentimentale”).
IL CAMBIAMENTO DI ROTTA
È notizia di oggi, purtroppo, l’estromissione di tre studenti egiziani dal progetto che coinvolge i ragazzi frequentanti l’ITIS di Fuscaldo. La questione, da quanto si apprende, è stata gestita unilateralmente dalla fondazione egiziana che ha predisposto questa drastica misura in seguito ad accertamenti disciplinari svolti sugli studenti. Due dei tre si sarebbero resi protagonisti di episodi fisiologicamente rientranti in quelli che, in ambito didattico, vengono definiti come “ragazzate” (alle quali, oltretutto, hanno fatto fronte personalmente pagando il dazio “formale” imposto dalle regole scolastiche), mentre il terzo (a quanto pare uno dei più brillanti del suo corso di studi) si sarebbe “macchiato” del reato d’aver scritto su un social network pensieri che vanno contro l’etica della Fondazione MEK i cui rappresentanti – pare – avevano ammonito i ragazzi dall’esprimere pubblicamente opinioni dissonanti con l’andamento del progetto.
Biglietti pronti ed aeroporto ad un tiro di schioppo. Per i ragazzi egiziani il destino sembra segnato.
MA GLI ITALIANI NON CI STANNO
Appresa questa “sconvolgente” notizia, se non altro perché lesiva di due fondamentali diritti umani (quello allo Studio e quello della Libertà d’Opinione), gli studenti dell’ITIS di Fuscaldo si sono autoproclamati in assemblea permanente dalle 10.30 di questa mattina, dimostrando una dose incoraggiante di partecipazione e solidarietà ad una questione che – se lo scopo del progetto era l’integrazione – certifica la validità informale dell’iniziativa di interscambio posta in essere.
COME ANDRÀ A FINIRE?
A questo interrogativo viene data una risposta “ufficiosa”, perché stanti le autorità Egiziane– già quest’oggi – i ragazzi dovranno far ritorno al Cairo. S’attende una smentita “ufficiale” dettata dal buon senso e – soprattutto – dalla spinta emotiva della comunità studentesca fuscaldese, solidale con tre giovani “amici” a cui vanno riconosciuti diritti fondamentali che – ovunque – dovrebbero essere una prassi automatica.