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Paola: Rapporti di un consiglio comunale presto orfano di Vincenzo Limardi

Con un andamento ormai “stabilizzato”, i consigli comunali dell’amministrazione insediatasi lo scorso 14 luglio proseguono il loro corso.

In attesa di comprendere quale sarà il destino delle azioni intentate contro l’elezione di Roberto Perrotta – che dovrebbero avere il loro culmine alla data del 23 Febbraio – il confronto tra le forze equilibrate dal voto dello scorso 25 giugno, prosegue nell’aula “Lo Giudice”.

La Coalizione di Salute Pubblica, avendo ottenuto la maggioranza dei seggi consiliari, detta la linea amministrativa del Sant’Agostino e, con una voce sola, replica ai molteplici rilievi della minoranza.

L’opposizione, dal canto suo, essendo formata da elementi eterogenei, suddivisi in una molteplicità di gruppi che conducono il confronto per proprio conto, sta offrendo indicazioni importanti.

Se l’asse di Progetto Democratico continua a palesare un assetto costruttivo, vocato al confronto “serrato ma pacato” (con diversi appunti andati a segno sul fronte delle formalità di rito), dalle parti di Grande Paola la consigliera Maria Pia Serranò trasmette, con frequenza costante, l’impressione d’aver quasi abbracciato la visione gestionale dell’attuale timoniere (tant’è che fino ad oggi il massimo dissenso è stato manifestato con l’astensione a qualche punto). Discorso a parte merita la compagine che non è ancora dato sapere quale parte del quadrante politico occupi, perché la coalizione sorta attorno al nome del consigliere Enzo Limardi – molto presto “ex” per sue stesse dimissioni – non è “di sinistra” (ma nemmeno di destra e forse neanche di centro). Con la surroga che dovrebbe essere concessa a Giuliana Cassano, prima dei non eletti tra le fila della Rete dei Beni Comuni, il seggio occupato tra le frange della minoranza si magnetizza attorno ad una sola lista (con Cambia Paola che rimane ai posti concordati nelle commissioni). Da tutt’altra parte bisogna invece ricercare i due consiglieri che ”insieme guardavano al futuro”, vale a dire Basilio Ferrari e Antonio Lo Gatto, con quest’ultimo meno assiduo del collega ma comunque concorde all’opposizione tout court dell’ex sindaco. Non avendo ancora riconosciuto formalmente la vittoria degli avversari (sebbene qualche avvisaglia di consapevolezza sia stata pronunciata nel corso dell’ultima pubblica adunanza) e non avendo ancora salutato formalmente il sindaco protempore al governo, il primo cittadino autore della controversa, e inaugurata per metà, pista ciclopedonale su lungomare, continua a manifestare un’acredine diretta verso tutto ciò contro cui punta i suoi interventi.

A fare le spese delle ultime invettive è stato il caposettore Quintino Sarpa, verso il quale sono stati indirizzati attacchi personali che mal si conciliano con la regola del silenzio cui sono chiamati tutti coloro che, non essendo consiglieri, siedono comunque nell’aula consiliare. Un vero peccato, perché sarebbe bello poter rispondere direttamente a chi, nel corso della sua amministrazione, ha avuto il coraggio di investire anche quando non aveva i soldi per farlo (leggasi sempre “waterfront”) o di elargire, con procedure molto farraginose dal punto di vista dell’incarico “contrattuale”, funzioni di comunicazione istituzionale a cifre importanti per un bilancio comunale già gravato dalle uscite per dirette streaming cui, puntuali, sono state aggiunte somme per extra lautamente remunerati (leggansi festeggiamenti patronali e ferragosti canori).

Nella permanente attesa di un faccia a faccia non viziato dall’assenza o dalla fuga di questo o quell’interlocutore, un decimo di questa nuova amministrazione è passato, nella consapevolezza – come ha avuto modo di rimarcare il presidente del collegio dei revisori dei conti intervenuto ieri – che i debiti fuori bilancio verranno imputati personalmente a coloro che li hanno creati.

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