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Al di là del nome del raggruppamento che tanto ricorda i testi di Battiato, comunque Prospettive Comune è una “nuova” voce nel già variegato panorama politico paolano. Nuova in quanto prima non c’era perché, e questo non deve certo rappresentare un problema o un ostacolo alla attività politica, chi rappresenta la nuova associazione vanta, chi più chi meno, trascorsi politici. Addirittura qualcuno del nuovo raggruppamento potrebbe, da qui a poco, sedere nei banchi del consiglio comunale. Ma, e questa è davvero una nuova, nel senso di notizia, chi potrebbe andare in consiglio comunale entrerebbe con panni diversi da quelli con cui è stata conosciuta dagli elettori. Ovvero da una candidatura a sostegno del sindaco Ferrari, Prospettive Comune tirerebbe fuori dal cilindro una nuova voce di opposizione. Probabilmente vicina al Pd di Di Natale ed ai perrottiani. In questo senso, in tanti hanno inteso interpretare la presenza dei su citati esponenti del centrosinistra e l’assenza di rappresentanti del centrodestra ferrariano e sbaniano. “Acqua davanti e vient alli spadde” si dice a Paola. Ma per Ferrari e company potrebbe essere un po’ diverso: la domanda che in tanti si pongono è: avrà ancora i numeri Ferrari per governare? O dovrà procurarseli di giorno in giorno? O è già pronto un movimento contrario della serie “per una che se ne va, un’altra che viene”? Certo è che per tanti aspetti le ultime amministrazioni si somigliano. Chi non ricorda il centrosinistra diviso fra ganeriani ed eboliani focetoliani , sganghiani etc etc? O chi può scordare le difficoltà di dialogo politico fra Perrotta ed Arlia? E fra Crocicchiani e lambertiani, solo per restare al granitico centrosinistra. E senza pensare al centrodestra che sin dai democristiani governi dimostrò tanta unità di intenti ma tanta diversità di vedute nell’attuazione dei programmi; sin dai tempi in cui Argentino sostituì Pizzini all’era del primo dissesto cittadino ante ganeriano. Ed ora il pallino è in mano alla giunta Ferrari: riusciranno gli attuali amministratori a conservare la maggioranza? Ai posteri l’ardua sentenza, o più probabilmente ai tar (ed alla cassazione) l’ultima parola, perché comunque di sentenza si tratta.
