RHCP

Quando i RHCP lanciarono la loro prima “bomba” discografica

1991 : un gruppo, dopo aver vagato per anni alla ricerca di energia da trasmettere ad un funky leggero e molle, folgorato dall’ascesa di una band olandese (tali Urban dance squad), sfornò un capolavoro assoluto e venne alla luce un’autentica bomba discografica: “Blood sugar sex magik”; inarrivabile disco nella discografia dei RHCP.

17 tracce di musica vitale anche nei testi, collocabili nell’area politica di riferimento di molti gruppi che suonano questo genere musicale e che sfociano, spesso, nell’hard core puro. Disco completo e complesso, dove si alternano bellissime ballate (che contraddistingueranno anche in futuro certa musica del gruppo come marchio di fabbrica),a brani che sfociano nell’hard rock d’annata zeppeliano, alternati ad un funk secco, energico, diretto. Laddove la chitarra di Frusciante gioca con la sontuosa sezione ritmica del gruppo e una voce modulata, come sempre, in base ai vari passaggi richiesti nello stesso brano, si intersecano melodie cadenzate da un rap scandito a viva voce. Dopo 8 tracce esaustive, arriva la bomba di “Give it away”, brano simbolo di un album che si riapre in un saliscendi continuo di basso batteria chitarra voce, una prova di montagne russe a velocità sostenuta. “Blood sugar sex magik”, è energia martellante ma anche un invito sensuale, lento, avvolgente, profondo ed ipnotico, pur conservando sottotraccia un ruvido velluto fatto di ritmo modulato. Non ci sono brani riempitivi né pause: ballate malinconiche per prendere fiato in vista dell’ennesima ripartenza di brani musicali che riportano alla mente una scia tipica della scena di San Francisco, dei film con colonna sonora che striscia dietro un inseguimento nelle strade, a base di saliscendi continui. Album, all’epoca, giustamente etichettato come capolavoro ed apripista, a tratti condito da una sana retorica musicale con riferimenti al passato e chiosato da solidi riff potenti, ripetitivi eppure efficaci, come il sano buon rock sa essere condito da improvvisi stacchi maestosi di funk d’autore:  il basso a scherzare con la chitarra, sezione ritmica incessante, energia concreta palpabile e tangibile, trame di immancabili scale ripetute eppure sempre nuove… in definitiva l’essenza di una sensualità che caratterizza il sesso selvaggio del rock puro che si  ritrova di nuovo con una base di fondo che coinvolge assecondandone il ritmo. Essenziale per codificare l’evoluzione di certa successiva scena musicale, è un disco da possedere, prima di essere conquistati e posseduti per sempre.

 

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