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Dopo la recente ondata di furti di cui sono rimaste vittime parecchie attività operanti sul suolo cittadino, per la Città di Paola è ora il momento di dover dar conto allo scherno.
Certo, perché diversamente non può essere definito l’avvistamento odierno (che per qualcuno va retrodatato di almeno un giorno), riguardante – pare – la macchinetta cambia soldi scassinata e depredata nel furto avvenuto due giorni fa al Bar del Dopo Lavoro Ferroviario.
La segnalazione di uno dei nostri lettori più assidui, corredata da foto, parla da sé: sul litorale paolano c’è un parallelepipedo color topo che da bella mostra di sé occultato da una duna che ne impedisce la visione dalla strada.
Quasi a voler simboleggiare una macabra attinenza con il nero monolite di “2001 Odissea nello Spazio“, lo scatolone un tempo usato per divorare le banconote per restituirle in monetine utili al gioco d’azzardo digitale e istituzionalizzato, è ora alla mercé dei gabbiani e degli elementi (la speranza è che non contenga l’intelligenza necessaria a trasformare i volatili e la fauna ittica in incalliti perdenti dediti a foraggiare inconsapevolmente le casse dello Stato e, troppe volte, anche quelle della malavita).
Probabilmente zeppo di impronte digitali utili alla ricostruzione del crimine che quì si ipotizza come sorgente dell’accaduto, sembra che a nessuno importi della sua presenza.
In attesa dello squadrone di C.S.I. o di quello deputato alla pulizia delle spiagge, la segnalazione si propone come “balsamo” curativo per l’ansia di chiunque sia alla ricerca della macchinetta cambia soldi perduta.
